Come CAMBIARE una CATTIVA ABITUDINE | Il potere delle abitudini Charles Duhigg

Come cambiare una cattiva abitudine? Il potere delle abitudini di Charles Duhigg

Come cambiare una cattiva abitudine?

Benvenuti in un nuovo video di Marketing Tips Italia, io sono Gianluca Belloni e oggi parleremo di come è possibile perdere, o meglio cambiare una cattiva abitudine.
Ho deciso di parlare di questo argomento delle abitudini e di come cambiare quelle negative perché vorrei portare un po’ di argomenti nuovi sul canale, appunto più riguardanti anche la crescita personale oltre che solamente al digital marketing e social media.

Il potere delle abitudini di Charles Duhigg

E ho deciso di prendere come spunto per iniziare a parlare di questi argomenti il libro che ho appena finito di leggere che si chiama The Power of Habit, in italiano il potere delle abitudini.
Trovi il link del libro Il potere delle abitudini qui se vuoi approfondire l’argomento o acquistarlo.
Inoltre fatemi sapere se siete interessati a questi nuovi argomenti anche di crescita personale e di produttività, magari lasciando un mi piace al video o un commento appunto in cui mi dite se questi argomenti vi interessano o no.

Come funzionano le abitudini?

Ora iniziamo subito a parlare dell’argomento principale del video però che sono appunto le abitudini.

Perché le abitudini sono così importanti?
Perché non ci rendiamo conto ma quasi il 40% delle azioni che svolgiamo tutti i giorni sono conseguenza di un abitudine e non di una scelta consapevole.

Le abitudini si formano perché il cervello è alla costante ricerca di modi per risparmiare e per conservare energie, e quindi quando trova dei pattern omogenei e delle azioni che sono ripetute più volte, appunto li mette insieme e crea un ciclo di un’abitudine.
In questo modo ogni volta che cervello riconosce una delle attività all’interno del ciclo dell’abitudine entra in una sorta di attività automatica, che fa risparmiare appunto energie perché l’attività cerebrale si abbassa.

Quindi è molto importante capire che una volta che un ciclo di un’abitudine si è instaurato all’interno del nostro cervello questo pattern rimarrà lì per sempre, e quindi un po’ come si dice che una volta che si impara ad andare in bicicletta non ci si dimentica mai come si fa, anche una volta che si impara ad avere un abitudine non ci si dimentica mai di questa.

Però è molto importante sapere anche che le abitudini non sono un destino che ci è stato assegnato, e quindi una volta che questo pattern è stato instaurato all’interno del cervello non si può eliminare, ma si può modificare.
Infatti il cervello non riesce a distinguere la differenza tra una cattiva e una buona abitudine, ma sa solamente appunto riconoscere il pattern che contraddistingue un’abitudine.

Com’è composto il ciclo di un’abitudine

Questo pattern appunto è il ciclo delle abitudini ed è composto da tre elementi:

  1. Il primo elemento è un trigger, un segnale appunto che innesca l’abitudine e praticamente in questo modo il cervello riconosce un elemento che fa innescare il ciclo dell’abitudine e in questo modo sa come comportarsi automaticamente;
  2. La seconda fase è quella automatica della routine e e quindi l’azione che si compie appunto in conseguenza del segnale che è stato ricevuto;
  3. Il terzo ed ultimo elemento è la ricompensa che il cervello riceve una volta che ha portato al termine appunto questo ciclo dell’abitudine.

La ricompensa è un elemento molto importante all’interno di questo ciclo perché genera una sorta di scarica positiva all’interno del cervello, e questa con il tempo e con il formarsi dell’abitudine, crea una brama appunto per il voler svolgere l’azione e compiere la routine in modo poi da ricevere appunto questa ricompensa.

La regola d’oro per cambiare un’abitudine

Ma arriviamo quindi a quella che è definita come la regola d’oro per poter modificare le proprie abitudini e questa regola appunto dice che non si possono cancellare le cattive abitudini, ma si possono solo modificare, e non è necessario modificare tutto il ciclo ma bisogna modificare solamente un elemento.

Infatti bisogna mantenere lo stesso stimolo, lo stesso trigger e la stessa ricompensa, ma quella che va modificata è la routine e quindi l’azione all’interno del ciclo dell’abitudine.
Per cambiare un’abitudine quindi bisogna trovare una routine alternativa appunto che vada a sostituire quella già instaurata.

Farlo però non è semplice come dirlo, infatti bisogna modificare un pattern che è già stato instaurato all’interno del nostro cervello.

Il framework per cambiare abitudini

Per cambiare le cattive abitudini possiamo utilizzare un framework operativo composto da quattro fasi:

  1. La prima fase consiste nell’individuare la routine e quindi nel rendersi conto appunto che sia un’abitudine e che si compie un’azione in maniera automatica;

  2. La seconda fase consiste nello sperimentare ricompense a questa routine.
    Questo non vuol dire che bisogna cambiare la ricompensa, ma che bisogna sperimentare ricompense diverse per capire quale ricompensa stiamo cercando. È un concetto abbastanza difficile, ma vi faccio un esempio per essere più chiaro.
    Mettiamo caso che abbiamo l’abitudine, mentre siamo al lavoro in ufficio, alle 5 più o meno di alzarci e andare a prendere uno snack alla macchinetta e di mangiarlo insieme ai nostri colleghi.
    Però appunto vogliamo cambiare questa abitudine perché con il tempo tutti questi snack ci hanno fatto prendere qualche chilo di troppo.

    Quindi dobbiamo riuscire a individuare qual è quella ricompensa che questa abitudine ci dà.
    Infatti possiamo pensare ad esempio che lo snack ci dia una scarica di zuccheri e che quindi la ricompensa che il nostro cervello cerca sia quella, però potrebbe anche essere che la ricompensa che il nostro cervello cerca sia uno stacco dal lavoro e la voglia di socializzare con qualche altra persona.

    Quindi per capire quale effettivamente sia la ricompensa che il cervello cerca dobbiamo fare delle prove diverse, e quindi un giorno per esempio possiamo mangiare una mela, e quindi capire se il nostro cervello sta cercando qualcosa da mangiare, oppure possiamo semplicemente andare alle macchinette senza prendere niente e socializzare con i nostri colleghi.
    Fatto questo, una volta che siamo tornati alla nostra scrivania, è molto importante scrivere le prime tre parole che ci vengono in mente. In questo modo dopo i vari test possiamo capire quale delle ricompense è quella che il nostro cervello sta cercando e in questo modo possiamo agire per cambiare la routine iniziale.

  3. La terza fase consiste nell’individuare il trigger o segnale, e quindi bisogna cercare di capire perché mentre siamo alla nostra scrivania, alle 5 per esempio ci viene voglia di alzarci e andare le macchinette. I trigger più comuni sono di  cinque tipi e sono:
    • Il luogo dove ci si trova;
    • Il tempo e quindi l’orario del giorno;
    • Le altre persone con cui siamo in quel momento o che abbiamo incontrato;
    • Lo stato emotivo;
    • L’azione immediatamente precedente appunto al trigger.
      È molto importante capire quali di questi trigger dia lo stimolo in modo da poter avere un piano di azione, che appunto compone la quarta fase.

  4. E quindi se per esempio ci siamo resi conto che lo stimolo che ci fa alzare dalla scrivania e andare alle macchinette è l’orario, che è sempre intorno alle 5, e ci siamo resi conto che la ricompensa che vogliamo è quella di socializzare con altre persone, il nostro piano potrebbe essere quello di metterci un reminder o una sveglia sul nostro cellulare alle 5 ci dica di andare a socializzare alla scrivania con un altro collega. 

In questo modo appunto abbiamo modificato l’abitudine agendo solamente sulla routine, e quindi abbiamo lasciato lo stesso stimolo e la stessa ricompensa, ma l’azione è stata modificata.

Ok, abbiamo visto insieme come è possibile modificare le proprie cattive abitudini.
All’interno del libro ci sono molti altri stimoli e spunti di cui parlare, ma credo di essermi dilungato già troppo, quindi se volete approfondire l’argomento vi ricordo che qui sotto trovate il link al libro su amazon:

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